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Cosa può fare l’intelligence per la supply chain ?

L’attuale fase di mercato, ma anche la graduale ripresa delle attività troverà non solo una crisi sul piano della domanda di mercato, dovuta alla mancanza di liquidità e al timido approccio dei consumatori e delle aziende alla ripresa della spesa, ma anche criticità sul piano dell’offerta di mercato con riferimento in particolare ai mercati b2b e alle reti di fornitura. Non sarà purtroppo scontato per molti fornitori infatti superare il periodo di crisi con la struttura attuale in termini di risorse, maestranze, possibilità di fare investimenti, alle difficoltà di ottimizzazione per assecondare i cambiamenti della domanda.

C’è, all’atto della ripresa, un forte rischio precarietà delle reti di fornitura che sarà particolarmente elevato in quel dove queste reti di sono formate da piccole e piccolissime imprese altamente specializzate in una nicchia di mercato, di prodotto o legata ad una lavorazione specifica. Questo è un rischio potenziale per chi sta alla testa di una catena o di un network di produzione, che potrebbe portare a non rispondere alle necessità dei clienti sia in termini di qualità che in termini di flessibilità e celerità di fornitura.

Allora la valutazione della rete di fornitura attuale e la ricucitura di alcuni punti di debolezza potrà essere un elemento importante del periodo di riavvio delle attività. Anche in questo caso entrano in gioco gli insight di mercato che in questo caso guardano indietro, a monte e non a valle verso il mercato. Credo che le linee di attività di supporto alla valutazione e riassetto della supply chain possano essere cinque sostanzialmente:

  • In primo luogo una valutazione della supply chain attuale con riferimento in particolare ai rischi di mercato. In altre parole credo occorra capire che criticità stanno vivendo gli attuali fornitori, che possibilità hanno di dare continuità alla propria attività, che misure stanno concretamente adottando per uscire dalla fase di mercato attuale e perché no di che potenziale supporto possano avere bisogno da parte di noi capofila in una logica corale. L’output di un esercizio di questo tipo è un resoconto dei punti di forza e debolezza del proprio sistema di partnership all’uscita dal lockdown. Una vera e propria swot analysis focalizzata sulla supply chain che chiarisca però già le possibili linee guida per un riassetto verso la competitività e continuità aziendale;
  • La ricerca eventuale di nuovi fornitori in relazione ai cambiamenti della domanda, se ci saranno cambiamenti nello specifico settore di riferimento. Un aspetto dei cambiamenti della domanda, oltre alla difficoltà legata alla carenza, potrà essere all’insegna di un riassetto geografico dovuto ad una necessità di restringimento del raggio di azione dei flussi di commercio internazionale. Sarà interessante capire se i mercati si riorienteranno infatti verso una maggiore prossimità con la creazione di cluster geografici (Europa, Asia, Americhe) rispetto all’attuale globalizzazione senza confini. Ovviamente, tra i tanti, la supply chain dovrà adattarsi a questo cambiamento sul piano geografico;
  • Avere dei nominativi di nuovi fornitori non è però sufficiente. Sui nuovi potenziali fornitori è necessario adoperarsi con il medesimo esercizio operato sugli attuali. Sarà necessaria una profilazione di nuovi potenziali partner che risponda alle seguenti domande tra le tante: Qual è il livello di qualità? Quale l’affidabilità? Che tipo di flessibilità produttiva sono in grado di garantire? Quale capacità produttiva? Di quali dei miei concorrenti sono attualmente fornitori? ;
  • La domanda che sorge inoltre nell’affrontare un’analisi di questo tipo è ma i miei concorrenti come si stanno comportando? Un’analisi competitiva sulla supply chain dei competitor e sui cambiamenti e prospettive di questi alla luce dell’attuale crisi potrebbe fornire degli spunti interessanti e differenzianti nei confronti del potenziamento della nostra rete;
  • Infine, il tema delle operazioni straordinarie. Sarà un aspetto importante da qui a qualche mese dato che una delle modalità di riorganizzazione e riassetto della supply chain potrà essere tramite attività di buyout dove l’attività di analisi non è semplicemente improntata alla due diligence economico-finanziaria ma anche alla valutazione competitiva e di mercato di aziende che potrebbero entrare a far parte della nostra galassia;

Questi alcuni tra i tanti elementi di valutazione a supporto di una attività di supply chain management volto all’abbattimento del rischio e alla competitività.

Ma alla fine qual’è l’approccio che guida la ricerca di queste informazioni? Come abbiamo indicato non è quello della ricerca di mercato tradizionale, bensìdell’insighting ovvero delle informazioni riguardanti l’azienda alla luce del contesto esterno. In questo caso parliamo di valutazioni volte ad una strategia di miglioramento dell’operatività, di un efficientamento ma anche di un possibile tema di miglioramento della qualità dell’offerta se consideriamo la supply chain come la base di partenza end-to-end che si spinga sino al cliente. E alla fine tutto rientra in un approccio più ampio che ha come fine ultimo la competitività di mercato.